Collettiva “Il colore Giallo” Grado Auditorium San Rocco.

Collettiva “Il colore Giallo” Grado Auditorium San Rocco

IL COLORE GIALLO

CRITICA GRADO 5 OTTOBRE 2013

 

Gli artisti in esposizione sono 16, si dividono in pittori e fotografi e fanno parte dell’Associazione Culturale: “QuadranteArte” di Pozzuolo del Friuli (Ud), il circolo fotografico: “GradAngolo” e con la collaborazione del circolo fotografico: “DopoLavoroFerroviario”, di Udine. Gli artisti hanno sviluppato sia temi inerenti all’attuale 6^ edizione del Premio Letterario Nazionale “Grado Giallo”, lanciato dalla casa editrice Mondadori e che si sta svolgendo in questi giorni a Grado, organizzato dallo stesso comune, e sia estendendo il significato del giallo come uso e significati nell’arte. Il Giallo, nome attribuito a questo genere letterario, si deve alla collana del Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929. Il termine giallo si riferisce al colore usato per la copertina di questa collana.

Gli Artisti che trattano direttamente il tema del giallo sono:1) Enzo Gobbo, con il quadro: “I Segreti del Civetta”. Il monte Civetta si trova sopra la città di Alleghe (BL) dove, dal 1933 al 1953, si svolse una misteriosa vicenda che coinvolse la famiglia Da Tos, proprietaria dell’albergo centrale. Ci furono quattro omicidi e nessuno ebbe il coraggio di indagare. Gli stessi abitanti del paesino erano stretti nella morsa dell’omertà. Attraverso questa opera Gobbo, tingendo di Giallo il piè della montagna, vuole raffigurare l’evento avvenuto e con l’inserimento della Montagna enorme e maestosa rappresenta l’ostacolo, la protezione e l’invalicabilità e di conseguenza la protezione di un segreto. 2)Graziella Ranieri con la sua pittoscultura intitolata: “L’investigatore privato”, presenta una sorta di riepilogo di un giallo da lei ideato e  ambientato nel 1978. L’evento si svolge durante la notte, rappresentata attraverso la raffigurazione della luna piena, i chiari scuri della notte illuminati e creati dalla stessa luna lasciano intravedere figure e ombre raccapriccianti. Qui si è appena consumato un crimine. Gli indizi sono: una maniglia di porta sradicata, il sangue colante raffigurato per mezzo dell’inserimento di mattoncini rossi, e pochi altri bianchi che raccontano gli indizi su cui andrà ad indagare l’investigatore privato incaricato nella risoluzione del caso. La presenza dell’investigatore è data simbolicamente dall’inserimento nella pittoscultura di: pistola, accendino e alcuni gettoni telefonici, strumenti fondamentali per lo svolgimento del suo lavoro. Il tubo giallo che taglia l’opera crea una sorta di suspense e cattura l’attenzione dello spettatore.

3)Mirca Cantoni con l’opera informale dal titolo: “Grado in Giallo”, eseguita con tecnica mista e resine, prende ispirazione dal film: “V per Vendetta” diretto dal registra James Mc Teigue, tratto dal romanzo “V for Vendetta”, scritto da Alan Moore. In cui, nello svolgersi del racconto, appaiono dei fuochi d’artificio. La risoluzione e la scelta del soggetto rappresentato dalla Cantoni ha molteplici significati. Con l’esplosione dei fuochi d’artificio l’artista intende figurare la fine di una situazione come anche la risoluzione di un caso. La scelta del colore Giallo indica l’intrigo svelato ed enuncia la felicità rimbombante di chi assiste ammutolito dagli eventi che lo hanno coinvolto. 
4) Liliana Nazzi con l’opera: “L’estate in noir”, eseguita con tecnica mista e collage, sviluppa con lettere, inserimenti vari e colore il proprio racconto. I due colori portanti della composizione sono il grigio e il giallo che si compenetrano e che definiscono le forme a loro affidate. La sagoma inquietante e grigia dell’uomo/fantasma, inserito nella campitura gialla, vede sotto se un libro aperto che abbandona tutte le lettere al vento mentre sfoglia le pagine, gli altri due libri aperti, invece narrano e si fermano sulle frasi salienti del dramma che si sta svolgendo.

5) Matteo Cosma con l’opera dal titolo: “La Presenza”, in cui viene utilizzato legno di radica d’ulivo trasposto su di un piano in plexiglass semitrasparente con la collaborazione grafica di Fiorella Jerman, viene descritta un’altra realtà.  Il volto rappresentato interpreta l’idea di una presenza che spesso sta al nostro fianco, atta a proteggerci, come potrebbe essere un angelo custode o un’anima che non trova pace, come un parente o un amico passato ad altra vita. L’opera si collega al Giallo in quanto nei libri gialli tante volte si parla e si sviluppano temi legati all’aldilà, come anche nelle serie televisive statunitensi: Psych o Medium.

6) Massimo Tessitori con l’opera in acrilico dal titolo: “Sherlock Holmes”. Nel quadro la scena raffigurata riproduce fedelmente l’impostazione originale di una scena di un
vecchio film d’epoca di Sherlock Holmes. Holmes e Watson hanno contribuito a rendere popolare il giallo. Immancabilmente, affiancato al protagonista, appare il dr. Watson e un personaggio femminile facente parte del cast. L’aria del mistero e del discorso, che silenziosamente si sta sviluppando attraverso gesti ed espressioni, è stato risolto con gran risultato estetico dall’artista Tessitori. Interessante è la tavolozza di colori immessa nella tela e la minuziosa risoluzione dei chiari-scuri.

FOTOGRAFIA COLLEGATA AL PREMIO LETTERATURA IN GIALLO

7) Pier Paolo Mazzon partecipa con le fotografie a titolo: “Lady” e “Skull”. La prima opera fotografica intitolata: “Lady”, porta alla luce l’elemento della vicenda criminale appena consumata e tanto discussa anche nella cronaca di ogni giorno. La foto proposta da Mazzon, nonostante l’impianto tragico, ridona alla donna il suo splendore e la innalza a modello di icona, ultimo dono concesso prima della sepoltura. Le foto scattate sviluppano entrambe gli elementi fondamentali di lavorazione del laboratorio fotografico della scientifica, dove la documentazione fotografica delle impronte, corpo del delitto, etc… devono essere evidenziate e divengono oggetto di studio fondante per la risoluzione del caso. Le foto volutamente  senza velature, rappresentano ciò che è e che è stato, e stuzzicano l’osservatore a modellare intorno a loro il proprio personale racconto.

 

IL GIALLO NELL’ARTE.

 Nella simbologia dei colori il giallo è simbolo della luce, del sole, dell’oro, dell’allegria, felicità e fantasia e della creatività, ma anche dell’energia sia mentale che fisica e della conoscenza. Il giallo rimanda alla radiosità che risveglia e dà calore, all’espansione e al movimento. E proprio l’opera di 8) Avellino De Sabbata con il quadro: “Betulle e bosco giallo”. L’opera è emblematica nell’affrontare il cambio stagionale e le mutazioni e movimenti della natura. Il bosco di betulle qui rappresentato, acceso da un azzurro intenso del lago e delle montagne che dominano la vallata, va a toccare tutte le gradazioni di colore che la natura offre nel periodo autunnale. I colori caldi e variegati, dei quali la natura si riveste durante la stagione autunnale, sono minuziosamente identificati dall’artista e posto in essere nell’opera. Questa stagione, caratterizzata dall’aria limpida, regala immagini dai colori brillanti che difficilmente non si possono apprezzare. L’immenso oceano verde che all’improvviso esplode in un caleidoscopio, dall’oro dei faggi alle quote più alte a tutte le sfumature del giallo, dal rosso e marrone nelle quote intermedie è pienamente catturato dalla retina di Avellino che ce ne fa dono.

Opere fotografiche a tema del colore giallo 9) Angelo Moras con la fotografia a titolo: “Sequenze in giallo”. La lunga carriera fotografica di Moras lo vede sempre impegnato nell’elaborazione del bianco e nero e dei colori contrastanti chiari e scuri. Emblematica è l’ideazione di quest’opera fotografica che ci rimanda, grazie alla giusta ora della battuta del sole ad un’infinità di cromatismi del giallo degli ombrelli e del nero del muro. Attraverso questa fotografia Moras da ampiamente saggio della sua conoscenza del mezzo fotografico e implicitamente mostra la propria attitudine emozionale verso le cose ritratte. 10) Alberto Maglione con la fotografia a titolo: “Vortice d’autunno”, appunta l’idea del movimento dei refoli del vento autunnali, con il conseguente spostamento delle foglie cadute verso l’alto, come se il vento stesso volesse restituire alle piante ciò che hanno perso, questo è superbamente rappresentato nell’opera fotografica di Maglione. Il dinamismo dato alla natura, crea una sorta di arcobaleno composto solo da colori caldi che vanno dal giallo all’arancione intenso. A dar pausa a questa energia è l’azzurro del cielo limpido, cristallino che dona un po’ di pace all’occhio. 11) Arlette Codnich è presente con la fotografia: “Sfumature di giallo a Malta”. Arlette viaggiatrice e non turista come si  definirsce, ama andare a fondo nella storia delle popolazioni che la ospitano per il tempo del suo soggiorno. Ne consegue una galleria di scatti atti a fermare espressioni, usanze e momenti nella vita quotidiana, ma anche architetture e natura. La successione delle immagini, raccontano senza parola dunque la storia e la scelta personale della fotografa in merito a soggetti e cose volutamente fermate sulla pellicola.  Una delle ultime mete raggiunte dalla fotografa è stata l’isola di Malta e di questa sua nuova esperienza vuole offrirci un attimo di vita vissuta sia da lei che dai suoi personaggi e ambienti ritratti.

12) Sonia Fattori con la foto: “FaticosaMente, AppassionataMente, BeataMente”, con trentacinque foto unite in una sorta di puzzle la fotografa ci racconta del viaggio spirituale tenuto nella via di Santiago di Compostela. Il colore dominante è il giallo simbolo, come anzi detto dell’oro, del sole, dunque dell’illuminazione e della spiritualità. La stessa Fattori sostiene che la fotografia per lei è un mezzo fondamentale per vivere il presente e per intuire una certezza d’infinito. Fotografa per amare e per essere consapevole, per abbandonarsi alla vita, al suo tepore e alla sua sincronia. Fotografa per essere felice. Il proprio pensiero si enuncia così in modo accattivante nelle sue opere e trova anche nell’unione, non a caso, un ottimo dialogo tra ciò che viene e ciò che precede una foto. L’elemento comune a tutti gli scatti è la direzione che simbolicamente può significare anche le varie direzioni che noi stessi nella vita dobbiamo prendere, senza mai dimenticarci di percorrere sempre e ricongiungerci sempre alla strada principale, la retta via.

13) Bruno Caldana presenta la foto a titolo: “Movimento Giallo”. Le tre immagini raggruppate in un’unica soluzione dal fotografo Caldana, evidenziano diverse forme di movimento che si possono segnalare: nell’uomo, nella bicicletta e nella macchina. Tutte queste manifestazioni sono accumunate dal colore giallo che com’anzi detto rappresenta l’energia e la vita. La calibrazione e unione dei vari colori è veramente interessante, come l’utilizzo del nero di sfondo che accende ancor più il calore avvolgente e radioso dei gialli; gli inserimenti del colore blu acceso sono necessari per riposare l’occhio e sono atti a rendere la lettura dell’opera distesa e piacevole. La rielaborazione digitale delle fotografie tributa del grande esito espressivo raggiunto da Caldana.

14) Ivana Guerra partecipa con il dipinto eseguito ad olio su tela dal titolo: “Un sogno in giallo”. In origine il colore ufficiale della Ferrari era giallo, poi venne affidato alle varie scuderie automobilistiche un colore e alla scuderia della Ferrari, venne attribuito il rosso. Come negare che nel cassetto di ogni uomo e bambino non ci sia il sogno di possedere una Ferrari? Per questo la nostra artista ha voluto fermare questa immagine, visto che non c’è marchio e non c’è personaggio che meglio incarni il meglio di quello che l’Italia sa fare, sapeva fare e continua a saper fare. Forse, attraverso questo quadro, la Guerra incita inconsapevolmente la rinascita dell’economia Italiana e sprona la gente a conseguire i propri sogni, anche se materiali. 

15) Marisa Ferluga con il mosaico dal titolo: “Tramonto giallo”, mette in evidenza la figura femminile in tutta la sua esuberanza. Intimamente la sagoma nuda, rappresentante l’emisfero femminile, sembra vivere un momento magico trasposto nel tramonto che simbolicamente lo si può collegare anche al tramonto della vita. I colori, a coronamento e in compenetrazione con il giallo, inseriti attraverso l’utilizzo dei tassellini di mosaico, evincono il segno dell’intensità dell’artista e intercalato tra le tessere e mirano alla creazione di una nuova realtà poetica.

16)Pierlugi Micelli con l’opera fotografica: “E ‘devéno cussì le vele al vento…….”, (E andavano così le vele al vento), dalla poesia di Biagio Marin (poeta gradese 1891-1985) a cui Micelli dedica la foto.  Nell’opera fotografica esposta, frutto di lunghi anni di lavoro nel campo della fotografia amatoriale, il fotografo unisce le nuove conoscenze acquisite con l’elaborazione grafica, volgendo così la sua attenzione, non solo sulla nuova interpretazione del prodotto fotografico, ma acuendo un nuovo modo di vedere le cose ritratte. Interessante è il riflesso delle vele colorate nell’acqua dove depositano delicatamente la loro tinta. La stessa foto sembra riprendere foto dell’epoca in cui il color seppia regnava padrone incontrastato nella scena fotografica.

Concluderei la presentazione con la lettura della poesia di Biagio Marin in omaggio alla città di Grado che ci ha ospitati.

 

 

E andavano così, le vele al vento
lasciando dietro di noi una gran scia,
con l’anima negli occhi e il cuor contento
senza pensieri di malinconia.

Fanciulle e ragazzi seduti giù a pagliolo
con alla barra Leto capitano;
andavamo cantando sotto il sole
canzoni che ancora volano sul mare.

L’acqua ribolliva dietro il timone
e dal piacere diventava bianca,
persino la penna suonava:
fin che la bava non era stanca.

 

Raffaella Ferrari

Critico d’arte