MAXSOLINAS

Villa Mabulton

SU PEI MONTI

Rassegna culturale autunno 201

 12 novembre

MAXSOLINAS

MaxSolinas nasce a Venezia nell’ottobre del 1963.

Scultura e arte diventano essenza della sua vita da tantissimi anni e grazie alla spinta decisiva data dallo scultore trentino Silvano Ferretti si iscrive all’Accademia delle Belle Arti.

Dopo varie sperimentazioni sia sul materiale che tematiche, delinea e definisce la sua cifra espressiva e la figura femminile diviene emblema del suo scolpire.

Periodicamente tiene incontri e seminari a tema: “Arte, Natura, Alberi”.

Vive a Cison di Valmarino (TV).

Le sue esposizioni sono innumerevoli e vale la pena di citarne alcune come: Germania, Serbia, Shanghai, Pechino, Budapest, Svizzera e Italia.

La critica come i fruitori sono a lui favorevoli.

MaxSolinas è una persona schietta, naturale, istintiva, libera, spontanea e  profondamente corretta verso le cose e persone.

Quest’aspetto basilare del suo essere viene riversato nella scultura e lo si evince dalla grande armonia che consegue nei suoi elaborati.

L’artista non è enigmatico e ambiguo nell’offrire i suoi messaggi, ma rende l’arte della scultura fruibile a tutti e concede spontaneamente le chiavi di lettura del suo spirito.

Le Modelle, le sue donne/madonne, le sue fate dei boschi attraggono lo spettatore, lo stuzzicano e lo invitano ad accarezzarle con gli occhi e con le mani.

Ma quale percorso intraprende MaxSolinas per arrivare a modellare le sue sculture?

Idea, ricerca del tronco atto a contenere l’idea, bozzetto e lavorazione del tronco.

I legni da lui usati sono: pino, cirmolo e noce.

Cosa si innesca nell’artista al momento della realizzazione delle sue opere?

MaxSolinas ama la montagna e come un fantasma s’aggira tra i boschi dove cattura con gli occhi la vita che popola queste porzioni di Paradiso, segreti che solo lui conosce, la natura sembra sua complice e al suo passaggio si dona fiduciosa perché sa che lui la rispetta enormemente e che non la minaccia e offende. MaxSolinas cammina, annusa i profumi della natura e si inebria, il suo spirito spazia e si stacca dal peso del corpo, queste esperienze si manifestano nella sua scultura e lo si evince in ogni centimetro delle Modelle.

Nell’atto della creazione della scultura di MaxSolinas, si innescano tante componenti e, partendo dalla sua pura affettività nei confronti della natura, taglia, intaglia, sottrae dal tronco le parti in eccesso che diverranno poi fonte di calore per la sua casa.

L’artista si inebria con il profumo emanato dal legno lavorato, lo avvolge in una sorta di aromaterapia atta a coronare spiritualmente la creazione della scultura.

Così nascono le curve slanciate verso l’alto, i giochi creati di chiaro-scuro offerti dal legno, dell’aperto e del chiuso dove la luce timidamente scorre e accarezza le Modelle accentuandone il valore del ventre, la luce così scivola come l’acqua scivola nelle rocce, non ci sono tensioni, ma equilibri puri portatori di messaggi.

Le Modelle celebrano le divinità antiche della fertilità, Gea o Gaia, le dee madri della terra, nel cui ventre, contenitore, è assicurata la continuazione della vita.

Nella scultura di MaxSolinas il racconto personale è arricchito da un fitto frasario naturale dato dai nodi e cerchi propri del legno, la coesistenza e compenetrazione, il dialogo tra le due parti, ossia la materia e l’anima dell’artista, danno vita alle sensuali palpitazioni del corpo delle modelle riprodotte in atteggiamenti delicati, sinuosi e mai tesi all’ambiguità.

MaxSolinas accenna a volti con ovali, mozza le teste o gli arti, si avvicina alla scultura astratta, ma la sua ricerca va ben oltre la semplice sperimentazione tecnica, ciò che decide di togliere è necessario per concentrare il discorso sul ventre della donna, elimina così gli elementi di troppo e offre le sue Modelle a ciò che le circonda portandole emblematicamente ad assorbire la perfezione della natura, che lui tanto ama e rispetta.

Raffaella Ferrari

 

 

 

 


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