XANTO . La pittura come rivelazione dell’Anima.

XANTO . La pittura come rivelazione dell’Anima

La pittura come rivelazione dell’Anima

Raffaella Rita Ferrari

critico dell’arte e curatore

“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.”
— Pablo Picasso

Nel vibrante universo pittorico di Xanto – Michel Polini – si intrecciano forze antitetiche che generano un’armonia carica di tensione e fascinazione: la precisione geometrica abbraccia l’intensità emotiva, l’ordine si incunea nel caos, la denuncia si fonde con la speranza. Sono spazî infiniti, dove lo sguardo si perde e ritrova senso, una danza di opposti che, nel fulcro della luce, trova la sua perfetta sintesi; luce, dunque, non solo cromatica ma, innanzitutto, principio spirituale e trascendente. Le composizioni geometriche – autentiche firme stilistiche di un percorso personale rigoroso – emergono da una mente analitica, formata alla disciplina del segno e della forma, e aperta al soffio intuitivo che sfugge talvolta alla rigidità della logica. Dalla grafica, suo primo approccio creativo, Xanto porta al quadro una grammatica nitida, una chiarezza strutturale che, però, si dissolve nel mistero profondo dell’anima, talvolta intuitivo e libero dal perfezionismo. La geometria diventa così architettura sublimata del pensiero, un tempio mentale dove meditare, un orizzonte di ordini possibili e ricercati per trovare sempre armonia ed equilibrio. Le sue tele, attraversate da una rete di senso composta da quadrati, rettangoli, triangoli, sfere, si propongono come custodi del caos esistenziale, contenendolo senza reprimerlo, imbozzolandolo quasi a protezione dell’essenza dell’idea. Come sosteneva Paul Klee, “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. È in questo svelamento dell’invisibile che si radica la ricerca dell’artista: oltre la perfezione formale, nel segno autentico, nella verità profonda della tensione emotiva insita nelle sue opere.

Nel ciclo dedicato alla violenza, ogni filtro decorativo viene spazzato via dall’urgenza della denuncia. Figure frantumate, ombre che gravano come massi, gesti sospesi, volti muti fermati con l’espressione dell’attimo, chiodi che penetrano senza pietà, gocciolanti e visibili flussi di vita che sgorgano: un racconto crudo, doloroso, impattante che rivela il volto barbaro del male che ahimè è triste e cruda realtà da riconoscere. Qui la violenza è morale e sociale, individuale e collettiva, fisica, psicologica, silenzio…il gesto s’è fatto e non si può più tornare indietro. La pittura si fa così spazio sacro della redenzione, una catarsi inevitabile e definitiva, perché il passato non può essere cancellato. Egli non si pone per impressionare, bensì per liberare in un urlo visivo l’ingiustizia. Il suo gesto pittorico è un atto etico, eroico, prima ancora che estetico. La materia pittorica, corposa e viva, e il colore – denso, pulsante, creato spesso per contrasti decisi – sono veicoli di una luce interiore che non si limita all’apparire. È la luce conquistata dopo l’oscurità nel disvelamento della crudezza del gesto. In ogni quadro, l’artista insegue instancabile quell’apertura di chiarore che attraversa, riscattandola, la sostanza stessa del dolore. Riprendendo le parole di Kandinsky: “il colore è un mezzo per esercitare un’influenza diretta sull’anima. Nelle sue creazioni, luce e colore si elevano a strumenti di rigenerazione morale, resistenza, guarigione, guarda, senti il colore separandolo dalla forma, esso porta energia e messaggio. Esplicito e sincero, mai accondiscendente, Xanto affida alla sua pittura una vocazione altissima, un credo profondo personale, quella passione che è vita e riscatto: essa diventa linguaggio di verità, spazio di riflessione, occasione di coscienza e liberazione. Quel porto sicuro dove sempre tornare! Ombra e luce, rigore e libertà, dolore e speranza si intrecciano in questa poesia visiva. Ed è qui, in questa tensione sospesa, che la pittura si fa inizio ed invita a perdere e ritrovare congiuntamente in un’unica emozione lo sguardo, ad oltrepassare la superficie del velo di Maya e ad immergersi nella limpidezza inquieta della ragione e del mistero, dove cercare risposte.



Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>