LAURA MARRONE

LAURA MARRONE 

 

Laura Marrone vive ed opera a Tricesimo (Ud). Dal 1982 inizia a frequentare la Scuola d’Arte “Giovanni da Udine” per la durata di quattro anni più un anno dedicato alla tecnica della ceramica. In questo periodo approfondisce con impronta accademica, le tematiche artistiche rivolte al disegno con la professoressa Adelina Venier e corsi di pittura con la professoressa Zanetti e il professor Carlo Tomada. Ha seguito poi con enorme interesse e trasporto corsi di filosofia, letteratura a tematica del tempo. Completato e interiorizzato tutto il percorso artistico affrontato con enorme serietà e dedizione decide di mostrarsi al pubblico e sigla nel 1998 la prima mostra personale intitolata: “Ritorno a casa” seguita nel 2002 dalla mostra “ίχνή” (Icné) presso il Centro Civico Borgo di Cividale del Friuli (Ud). Nel 2009 è protagonista della mostra “Pieghe del Tempo” e successivamente viene ospitata presso lo spazio di Via Sant’Antonio nella sua Città con la mostra personale: “Attimo Immenso”. Oltre a questi importanti appuntamenti partecipa anche fuori regione ad esposizioni catturando sempre consensi sia dalla critica che dai fruitori.

La tecnica artistica sperimentata dalla Marrone è molto ricercata, la sperimentazione a partire dalla preparazione dei fondi, per renderli resistenti all’usura del tempo è di eccellente manifattura e la indagine sui vari pigmenti e il loro accorpamento sul supporto accettante è di sicuro effetto. L’impianto così eletto, con l’aggiunta sovente di macchie poggiate con tecnica classica della foglia d’oro, ci dona ambienti dell’anima d’affascinante effetto emozionale. Le figure invece che a volte si esprimono nella loro totale bellezza ed esuberanza e altre volte devono essere ricercate nell’incrocio spontaneo delle sfumature o nel velato fraseggio e dialogo che l’artista mantiene sempre alto con il fruitore, compongono tutta la struttura dell’opera. Il flusso di parole inespresse che aleggiano nelle opere sono consegnate al libero dialogo che si può avere con gli occhi, le parole così affidano la loro eredità del vissuto personale e lo ampliano all’esperienza del vissuto cosmico.

La tematica del tempo, costantemente affrontata e studiata dalla Marrone attraverso saggi storicizzati della filosofia e della letteratura “omni tempore” e firmata da autori prestigiosi come: Plotino, Cristina Campo, Floronsky, Gregorio di Nisso, Enzo Bianchi, Vannucci, Bergson, etc..  tesse un importante ponte di dialogo tra ciò che è stato oggetto di studio e il suo collegamento al reale.

Gli studi degli autori ci consentono di interiorizzare l’importanza del nostro passaggio nella vita, ci consentono di apprezzare le piccole tracce che ogni uno di noi lascia, esse siano tracce d’importanza a livello umanitario, ma anche i segni della normale quotidianità. La coscienza raccoglie il passato, l’esperienza di vita la conserva in fondo alla psiche. Il nostro passato così, la nostra personale esperienza quotidianamente esce e si esprime, basti pensare alle tracce che un genitore lascia al proprio figlio e che lo stesso, a fronte dell’esperienza della vita, rimanderà ai suoi figli.

La Marrone così, attraverso la sua eccellente traccia segnica e cromatica ci conduce verso un percorso di interiorizzazione della nostra presenza per farne tesoro e ci illumina sull’importanza del dare un senso al nostro tempo come bene più prezioso. Il tempo è anche misterioso e grande scultore come enunciano nei loro libri David Maria Turoldo e Marguerite Youcenar, tutti questi autori citati e presi come spunto per condurre la poetica artistica da parte della Marrone si basano comunque sui principi fondamentali della vita che, a causa della continua corsa cui siamo tutti immessi per raggiungere il nostro quotidiano sostentamento perdiamo di vista l’importanza di vivere nella quotidianità, che vuol dire vivere ogni giorno le sue gioie e dolori senza pensare e ripensare al tempo passato e a quello futuro. Bisogna vivere la quotidianità senza l’affanno di capitalizzare, questo vuol dire riconoscere di aver avuto del tempo per: amare, pensare, riposare, mangiare e per vivere gesti gratuiti, tutto ciò fa parte dei bisogni fondamentali.

Vuol dire rendere grazie di quello che oggi ho ricevuto, gustarlo e condividerlo. Vivere la quotidianità è vivere al massimo la propria umanità.

Il tempo, le nostre tracce, sicuramente tutti ci chiediamo cosa sarà di noi dopo il nostro passaggio terreno, ma chi non ha un Dio e che dunque non sa darsi risposta a questa domanda sicuramente troverà sollievo analizzando il tempo sotto queste illuminanti riflessioni e troverà sicuramente il sollievo spirituale cercato.

Tornando alla trasmutazione del tema appena citato nell’opera di Laura si apre una galleria di volti arcaici e non reali o iperrealisti, tutti portano le tracce della saggezza, quella saggezza della persona che ha vissuto, gli sguardi profondi e velati tralasciano l’idea del mistero, anche se dietro celano la verità e traspongono nel loro messaggio-dialogo tutta la bellezza del vivere. Le figure enigmatiche, quasi presenze senza tempo e senza peso, raccolgono nella loro palpabilità dell’anima tutte le nostre domande e attraverso l’intreccio del dialogo con prospettiva aurea depongono le loro risposte e indicano il nostro cammino.

Il paesaggio dell’anima in cui sono inserite le figure protagoniste dell’opera della Marrone si arricchiscono talvolta di architetture con archi a tutto tondo, visioni d’interni antichi, ambienti naturalistici appena accennati o macchie di colore che lasciano correre la nostra fantasia affinché essa possa creare autonomamente la desiderata scenografia. Noto una grande libertà di compenetrazione dei pensieri tra l’artista e l’astante attraverso le varie compartimentazioni figurative e non, depositate sul supporto. Per ogni quadro si potrebbero svolgere un’infinità di racconti per spiegarlo, questo grazie al mistero del messaggio che vela e cela in parte il significato rimandatoci.

La profonda conoscenza da parte dell’artista nei confronti della storia dell’Arte e la grande emozione che vibra intimamente nei confronti degli antichi artisti come Cimabue, Giotto, o le decorazioni parietali nelle antiche cripte e ipogei bizantini, mantengono, nell’arte di Laura, il cromatismo del tempo passato, l’occhio attento, vigile e profondo che trasmette anche all’analfabeta la storia del suo trascorso e del personale presente. La Marrone usa così un linguaggio segnico evocativo universale che va oltre la cultura, oltre la lingua e si appella alle rime più nascoste e vibranti della personale sensibilità.

Le donne-Madonne, i bimbi e ragazzi onnipresenti nell’opera della Marrone sottolineano l’importanza della famiglia, la casa dell’amore, dove lì per prima si deposita la traccia del proprio tempo, il segno del proprio passaggio, perché è proprio lì che si semina nella quotidianità e si forgia la nostra persona. Si parte dunque da una nicchia racchiusa e protetta, dove si vivono le gioie più grandi come i dolori più strazianti e, ancora una volta, grazie al cromismo mai invadente, si riesce a mantenere una dignità e intimità del personale e intimistico sentire.

L’arte di Laura profuma d’antico, il verde muschio sbiadito usato sia per antichizzare le pareti, ma anche come base dei visi enuncia lo scorrere del sangue, rianima poi la vita, pulsa con il rosso carminio, i rosa pallidi, gli azzurri, ocra, e i colori della terra, accesi talvolta e cornice protettiva di messaggi importanti. Ogni piccolo centimetro è studiato, ogni posizione della figura non è a caso e grazie a questi accorgimenti il quadro conquista sempre le vette più elevate dell’armonia.

Un altro dato importante e non trascurabile è l’aria che si respira all’interno dei quadri analizzati, sembra non ci sia forza di calamità, tutto è molto leggero arioso e senza peso, il riferimento e consiglio è forse voluto e ci indica come affrontare la vita, essa richiede la leggerezza di viverla e di accettarla per come si pone davanti a noi.

Altre volte le stesse figure potrebbero essere collegate al mondo onirico, anzi ancor meglio al ricordo del passaggio da uno stato di veglia ad uno stato di sonno profondo.

Comunque sia, la padronanza della tecnica pittorica e la consapevolezza profonda di ciò che vuole essere intellettualmente trasferito simbolicamente al quadro, sono punti fondanti della poetica artistica della Marrone che, ormai artista matura, trova soddisfazione e liberazione, attraverso la sua arte, nell’esprimere il personale e più puro pensiero d’umanità e deposita nella sua produzione i misteri della propria vita.

Raffaella Ferrari