CLAUDIO FEZZA

CLAUDIO FEZZA

Il percorso artistico di Claudio Fezza lo vede impegnato intensamente e per lungo tempo nei confronti delle arti plastiche e pittoriche, rivolgendo la sua attenzione a queste espressioni in base alle esigenze del momento. Sicuramente, il prolungato periodo riservato alla scultura lo porta a trattare diversi temi, egli offre  particolare attenzione alla figura umana che lo forma profondamente nei campi della proporzione e della prospettiva, la sperimentazione e lo studio del corpo umano e della luce che scorre sulle morbide superfici plasmate, lo aiuterà successivamente a catturare anche in pittura le giuste tonalità e l’antico gioco di luci e ombre.
I mezzi busti dedicati ed elaborati con esemplare gentilezza ai volti di donna, o la pura attenzione rivolta ai corpi teneramente adagiati, anche provocatori, ma pur sempre ritratti da normali atteggiamenti quotidiani, o i fisici leggermente coperti da veli, drappeggiati con estrema raffinatezza, si muovono in un intimo percorso di apprendimento e curiosità personale dell’artista nei confronti della materia e dei soggetti designati ad essere trasferiti poi in opera d’arte.
La nascita di un’opera figurativa inizia sempre con un cammino di investigazione e principalmente di indagine rivolto all’espressione corporea, si eviscera così nella galleria del Maestro il concetto di maternità, di poesia e di vita quotidiana riservato principalmente al mondo femminile.
Le figure così rappresentate incarnano la figura umana con i suoi sentimenti e le sue tensioni. Il particolare non viene trattato con l’attenzione dello scultore iperrealista, ma lascia spazio a “pelle liscia” concentrando la massima attenzione alle giuste proporzioni e alla grande espressione del movimento del corpo con le sue torsioni e tensioni interne.
L’arte di Fezza racconta i sentimenti e l’intima conoscenza che egli nutre nei confronti dell’essere umano. E’ il corpo trattato con soggettiva percezione che spicca come principale studio, con le sue morbide forme, sporgenze evidenti, ma non troppo accentuate, dei muscoli e gli individuali movimenti che deve esprimere, l’opera parla di sé e conseguentemente comunica al fruitore quella sensibilità che l’ha plasmato.
Si raggiunge così un’eleganza essenziale e senza fronzoli, che esprime attraverso i suoi volumi solidi e pieni, misura ed equilibrio.
L’osservazione della realtà e la conseguente trasformazione del soggetto prescelto in opera d’arte, mantiene l’essenza della sua fisicità e si carica di una spiritualità quasi arcaica, lo stesso spirito che vuole librarsi, uscire dalla materia trovando il suo equilibrio raffinato fatto da masse volumetriche fermate dall’abile mano dello scultore nell’attimo sottile che precede l’azione del creare.
Lo sviluppo delle forme artistiche portate avanti con estrema effervescenza creativa dall’artista vede svilupparsi, paripasso con la scultura, anche la pittura.
Il Maestro inizialmente sperimenta varie tecniche come l’olio, ma raggiunta la maturità e soprattutto capita la personale necessità tecnica per arrivare alla massima espressione pittorica, designa all’acquerello lo sviluppo della sua galleria artistica. Catturati i vari accorgimenti per dominare questa difficilissima tecnica artistica e utilizzando soprattutto un supporto inusuale per l’acquerello come: una tavola di legno preziosamente trattata con gesso e vernice bianca stabilizzante, Fezza produrrà una ricca ed eccellente galleria di quadri dedicati in particolare alla natura.
Di certo il luogo meraviglioso che circonda e ospita l’artista diventa musa ispiratrice per lo sviluppo delle tematiche trattate nei quadri, il concetto di Natura Madre viene però ampliato e va a catturare intensi e intimi dialoghi personali e profonde riflessioni sull’attualità dello stato della Natura e dei suoi esseri viventi. La tavolozza è ricca dei colori caldi della terra del sud che trovano alcune volte riposo nel colore del mare e rispecchiano l’antica legge accademica dell’inserire sempre un colore caldo in una stesura di colori freddi e viceversa dando modo all’occhio di riposare. Il soggetto principale a cui è designato lo svolgimento e la nascita di una qualsiasi elaborazione delle tematiche trattate dall’artista è il mare, gli oceani primordiali costituiscono le prime luci dell’alba, da lì nasce tutto come è nata la vita stessa, li risiede la culla dello sviluppo dell’esistenza, li è custodito il tesoro, il soffio di vita, il mare è mistero e i suoi abitanti, come ad esempio i pesci, che troviamo come simbolo sovente in molte realizzazioni di Fezza, diventano il simbolo stesso di una natura vergine originaria, non sono i pesci dell’arcaico simbolismo del cristianesimo, ma nonostante egli nutra una profonda fede, decide di attribuire a queste figure, attraverso un’espressione laica, una forza simbolica che va oltre il suo credo. L’arte di Fezza vuole anche denunciare l’intervento ripetuto e l’inquinamento antropico dell’uomo risultato a danno della natura. La violazione aggressiva provocata per sua mano lede le antiche regole ed equilibri della Natura e” l’urlo” del Maestro è dedicato ad un’insistente denuncia all’invasività data dallo sfruttamento umano distruttivo delle risorse di essa, senza la minima contemplazione della regola del reciproco rispetto.
A far ancor più forza al suo messaggio di disapprovazione vengono talvolta inserite nelle composizioni delle foglie, emblematico è quel quadro che ne contiene quattro atte a simboleggiare i quattro punti cardinali a significare che quest’offesa della natura è purtroppo prassi e protocollo universale. Il coinvolgimento emotivo e, al contempo, di conoscenza razionale è quello di una realtà che spesso guardiamo, ma non vediamo.
Ogni qualvolta l’uomo entra in contatto con la natura dovrebbe provare quel rispetto sacro che gli deriva dal fatto, certamente ancestrale, ma oggettivo, di essere parte di un comune Creato.
A seguito di questo mutamento della relazione uomo-natura è cambiata la capacità di renderci conto degli oltraggi che ogni nostro comportamento – a volte anche minimo – può produrre in un ambiente integro. La terra, l’acqua, l’aria vengono spesso percepiti da noi tutti come qualcosa di scontato che esiste a prescindere da noi, un dono remoto di Dio o della casualità del Big Bang. Si può dedurre che il messaggio principale di Fezza sia quello di imparare  a vivere la natura per ciò che è, nella sua bellezza originale, senza esigere di modificarla più del necessario per renderla a noi ospitale. Si necessità così di ripartire sempre dall’educazione che è cultura.
I paesaggi visti così come luoghi evocatori di stati d’animo, di pensieri e profonde meditazioni giuocano e si alternano tecnicamente da espressioni accennate figurative a elaborazioni informali, essi rispecchiano sempre le ondulazioni creative e di battito creativo primordiale del Maestro.
A volte le stesse elaborazioni ricordano illustrazioni rupestri o studi di cromie che, grazie alla tecnica dell’acquerello, creano sfumature di ineguagliabile fattura. Gli sfondi creati per accettare sovente la simbologia propria dell’autore sono profondamente equilibrati e non invadono mai la parola data agli elementi principali del messaggio. L’arte di Fezza è equilibrio, armonia e delicato incanto dettato dal profondo rispetto dell’artista nei confronti di chi lo ospita e lo rende partecipe al suo splendore.

Raffaella Ferrari
Critico d’arte


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